“Status Criminale” di Umberto Mendola, un libro unico nel suo genere. Che parla di Covid e di negazione delle libertà
Un libro unico nel suo genere che si presenta con estrema chiarezza sin dal titolo. Stiamo parlando di“Status” Criminale – Analisi criminale della gestione Covid-19″ di Umberto Mendola, laureato in criminologia e scienze forensi. Chi meglio di lui poteva raccontare le dinamiche che hanno caratterizzato quegli anni frenetici e, nello stesso tempo, immobili? Un tempo in cui eravamo chiusi forzatamente in casa oppure, nel migliore dei casi, dovevamo usare il famigerato Green Pass per poter fare qualsiasi cosa.
Nella pagine del suo libro l’autore racconta, con una gran mole di informazioni e con la dovuta attenzione ai particolari, le gesta di quello che definisce “uno Stato criminale”. E di come le autorità abbiano gestito il terribile biennio dominato dalla pandemia di Covid-19. “Status criminale” è un libro che permetterà ai lettori di comprendere i vari passaggi vissuti da tutti i cittadini in quel maledetto periodo, a i sottintesi che nascondevano.
Un’epoca grigia in cui risuonava lo slogan ottimistico “andrà tutto bene”, mentre su tutti i media imperversava una narrazione eccessiva e allarmistica di ciò che stava accadendo in Italia e nel mondo. Mendola sottolinea di come le istituzioni abbiano privato la popolazione dei fondamenti dello Stato di diritto e delle “inalienabili prerogative liberali” che dovrebbero essere sacre.
“Correva l’anno 2019, la vita frenetica in Italia si susseguiva tra le notizie poco edificanti dei vari telegiornali. Tra le tristi notizie di cronaca e quelle disastrose della nostra politica economica, incominciava a farsi strada una notizia che, da lì a poco, avrebbe cambiato le nostre vite d il mondo intero”, scrive l’autore. Si faceva spazio, nei telegiornali, la notizia di un nuovo virus che stava dilagando in Cina e che, all’epoca, sembrava non dovesse preoccupare i Paesi occidentali.
Le notizie sul misterioso virus sarebbero entrate presto, e con violenza, nelle vite di tutti noi. Il volume scritto da Mendola critica aspramente la gestione della pandemia in Italia, descrivendo il contesto come un grande inganno orchestrato da governi e aziende farmaceutiche per imporre vaccini non trasparenti e misure coercitive. Viene evidenziata la mancanza di consenso informato e il clima di disinformazione mediatica, con la popolazione spinta a vaccinarsi tramite minacce e manipolazione. L’autore sostiene che questa operazione abbia avuto come obiettivi il potere e il denaro, e definisce le scelte dello Stato come “crimini su vasta scala”.
La politica italiana, inizialmente, cercò di minimizzare. Chi non ricorda le campagne “abbraccia un cinese” o l’equiparazione del Covid a un semplice virus influenzale? Bastò qualche giorno per far cambiare completamente idea a quegli stessi politici che avevano dichiarato pubblicamente che non vi era alcun pericolo per la salute pubblica. E cominciò l’epoca dei comunicati allarmistici. In quei mesi il “potere” si è accentrato e ha mostrato tutta la sua forza. Mai, forse, si è esplicitato con tanta maestosità, grazie ai media, alle istituzioni, alla sanità, ai social.
Come recita la presentazione del volume, “tutto allineato per far del male, tutto contro i liberi cittadini, tutto vergognosamente e spudoratamente avverso ad ogni libero individuo con “chiusure” abnormi in nome di una falsa sanità pubblica che altro non sono state che un principio e una prova generale di come si muova la piovra dittatoriale”.